Archivio storico

Ultimo aggiornamento 13 Novembre 2023

 

 

“[I libri] sono colpiti da malanni che si diffondono dall’uno all’altro come i contagi, come le epidemie. Le infermità dei libri hanno prodromi, sintomi, epiloghi analoghi ai processi morbosi degli uomini e richiedono interventi tempestivi…. Questo parlare immaginifico, non è molto lontano dal reale…Ci piace…di rimanere nella illusione della sua somiglianza all’umana corporeità…ce lo perdonino i patologi…L’analogia coi nostri morbi non è forse del tutto sfornita di fondamento sol che si pensi alla duplicità di materia e di pensiero, alla caducità dell’una ed alla perennità dell’altro”. A. Gallo. 

L’archivio storico dell’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro (ICPAL) conserva la documentazione relativa alla storia e all’attività dell’Istituto nel periodo che va dalla sua istituzione nel 1938 sino al 1975 circa, quando esso passa alle dipendenze del Ministero per i beni culturali e ambientali.

Il soggetto produttore

Il Regio Istituto di Patologia del Libro è istituito a Roma con Regio decreto del 23 giugno 1938 n. 1038 e posto alle dipendenze dell’allora Ministero dell’Educazione Nazionale con il fine di: “a) studiare la natura, l’origine e la genesi delle alterazioni fisiche e biologiche che colpiscono le materie librarie; b) studiare metodicamente adeguati mezzi di prevenzione e di lotta; c) eseguire a scopo di studio e con l’ausilio di mezzi sperimentali il restauro del materiale bibliografico, con particolare riguardo a quello pregevole e raro; d) invigilare, secondo le istruzioni del Ministero, sui procedimenti tecnici usati nei laboratori di restauro dei libri antichi che si trovano in istituti governativi”. Il primo direttore dell’Istituto, prof. Alfonso Gallo, è stato tra i più convinti sostenitori della necessità della creazione di un istituto statale che, proseguendo l’attività già intrapresa dal laboratorio di restauro di Grottaferrata sorto nel 1929, si basasse sulla collaborazione di specialità scientifiche diverse (biologia, chimica, fisica e tecnologia) per la conservazione e il restauro dei libri. Alla morte di Alfonso Gallo l’Istituto, ormai alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione, è stato intitolato a suo nome. Nel 1975 l’Istituto di Patologia del Libro passerà alle dipendenze nel Ministero per i beni culturali e ambientali.

La struttura

Il fondo principale dell’archivio storico è costituito da tutta la documentazione relativa ai Direttori che si sono alternati alla guida dell’Istituto, al personale che vi ha prestato servizio, ai rapporti intercorsi con istituzioni culturali italiane ed estere, alle attività svolte dal laboratorio di restauro, dai laboratori scientifici nonché dagli uffici amministrativi/contabili, alla istituzione del museo, ai danni di guerra subiti dalle biblioteche, alle attività dei comitati e delle commissioni di volta in volta costituiti.
Il fondo relativo al restauro costituisce una sezione specifica nell’ambito del più ampio archivio storico. Composto da circa 2000 fascicoli cartacei che coprono un arco temporale dal 1953 al 2008 circa, esso si arricchisce di oggetti digitali e materiali fotografici. Ulteriori 500 fascicoli cartacei, a cui è collegato materiale nativo digitale, si riferiscono agli ultimi dieci anni di attività dell’Istituto (2009 al 2022 circa) da quando, cioè, a seguito della fusione con il Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro (CFLR), è divenuto Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario (ICRCPAL oggi ICPAL).

La consultazione

Il fondo dell’archivio storico è oggetto, attualmente, di lavori di schedatura e inventariazione che consentiranno la sua consultazione fisica presso la sede dell’Istituto in Via Milano, 76 al piano primo della Palazzina A, per poi prevedere la digitalizzazione e la consultazione online.
La sezione dell’archivio storico del restauro è coinvolta, attualmente, nel progetto del PNRR Stream 5 “Digitalizzazione archivi di restauro”. Il fondo è inventariato e schedato, disponibile alla consultazione online attraverso il seguente link: ArchiVista