Area espositiva

Ultimo aggiornamento 29 Giugno 2023

Informazioni per la visita: 

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IL MUSEO E IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO

Il Museo dell’odierno Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro venne costituito da Alfonso Gallo nel 1938 nell’ambito del Regio Istituto di Patologia del Libro, con l’intento di rappresentare l’ampia casistica dei danni al patrimonio librario, dopo aver raccolto per più di dieci anni il materiale necessario durante l’attività di restauro presso il laboratorio di Grottaferrata. Il museo era stato concepito sin dalle sue origini come il complemento essenziale dell’attività di ricerca alla base dell’ICPAL: uno spazio ove disporre la testimonianza dei danni subiti dai materiali scrittori e il loro recupero. Infatti, libri e documenti, come tutte le strutture costituite da materiali di natura organica, con il passare del tempo si deteriorano. Il naturale invecchiamento, spontaneo e irreversibile, viene accelerato da diversi fattori di danno come: la conservazione in luoghi non idonei, eventi eccezionali (guerre, alluvioni, incendi), usi scorretti, restauri impropri o non necessari. Dopo un primo allestimento, gli spazi espositivi originali vennero ampliati nel 1939, grazie all’ accresciuto interesse nel progetto museale, che si aprì ad una prospettiva persino extraeuropea con l’acquisizione di campioni cartacei provenienti dall’India e dall’Africa Orientale. Trovarono spazio, inoltre, una nuova e cospicua collezione di filigrane, di inchiostri e coloranti per miniature, e fibre varie. L’ampiezza degli ambienti e la dislocazione su due piani determinò un assetto funzionale e logistico, documentato in più riprese dalle pubblicazioni citate e dal corredo fotografico a noi giunto. Nel corso dei decenni il Museo ha continuato ad arricchirsi di reperti inerenti alla manifattura del libro e al suo degrado, formando una raccolta di oggetti unica nel suo genere, apprezzata da studiosi in ambito nazionale ed internazionale.

Nel 2001 il Museo ha avuto un nuovo allestimento con una configurazione tripartita, in grado di assolvere alle esigenze della didattica e dell’informazione per ogni fascia di età. Lo spazio espositivo nella sua nuova collocazione venne ricavato nel piano seminterrato dell’Istituto di Patologia, il che consentì una maggiore omogeneità ed una nuova ristrutturazione della materia. Il percorso museale si articolava in tre sezioni dedicate rispettivamente ai materiali e alle tecniche di manifattura dei documenti antichi e moderni; ai danni e ai molteplici fattori che li causano; alla prevenzione e al restauro. Era previsto anche un locale adibito a laboratorio dove i giovani visitatori potevano toccare con mano i materiali utilizzati per il restauro e conoscere – attraverso documentari d’epoca e filmati più recenti – l’evolversi della storia istituzionale e gli interventi più impegnativi che hanno coinvolto i laboratori. Il Museo venne a costituire così una nuova offerta anche nell’ambito del territorio e consolidò i legami culturali dell’area del Rione Monti, con un flusso scolastico non indifferente. Nel 2016, a causa di alcuni danni alla struttura, si resero necessari importanti interventi di manutenzione per consolidare gli ambienti museali e risolvere problemi di umidità. Il museo venne chiuso e dopo lo smantellamento, i materiali vennero depositati in contenitori.

Il nuovo spazio espositivo documenta la stretta congiunzione fra la conservazione dell’intuizione di Alfonso Gallo -sempre valida- e l’impiego di materiali nuovi, quali soprattutto la documentazione dei restauri effettuati nel tempo e le testimonianze della crescita dell’Istituto. Questa proposta museale presenta un percorso materico rinnovato soprattutto nelle presentazioni multimediali: schermi interattivi e spazi emozionali si uniscono alla continuità con il passato, rappresentato dal nucleo originario voluto da Alfonso Gallo, conservando la ripartizione già presente nel precedente museo: materiali del libro, danni (meccanici, volontari, accidentali, etc.), restauro (tecniche, esempi, spazi, etc.).